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Creare la visual identity di un evento: intervista a Michela Bellomo, brand creator e color strategist

Creare la visual identity di un evento: intervista a Michela Bellomo, brand creator e color strategist

Quanto conta per un evento avere un'identità visiva? E come fare in modo che sia ricordato non solo per quello che ha dato ai partecipanti in termini di contenuti, ma anche per i colori, il logo, gli elementi grafici? E come rendere l‘evento facilmente riconoscibile nonché coerente per chi partecipa? 

A queste e tante altre domande risponde Michela Bellomo, brand creator e color strategist, che si occupa “di aiutare le aziende, le persone e i professionisti a scoprire la propria essenza e disegnare la loro identità”. 

Come si costruisce la brand identity di un evento dal punto di vista dei colori, della grafica e tutto quello che di solito riguarda il tuo lavoro?

Intanto c’è da dire che creare la brand identity è assolutamente stimolante, ma anche particolarmente complesso perché bisogna pensare che un partecipante probabilmente non ricorderà tutto quello che è successo durante l’evento, ma, se la grafica è riconoscibile, questa gli resterà sicuramente in testa.
Per il mio lavoro, seguo una timeline che consiste innanzitutto nel definire che tipo di evento è e cosa si vuole comunicare in merito. Cambia infatti molto se l’evento è fisico, digitale o ibrido così come se è istituzionale o organizzato per presentare un nuovo prodotto o lanciare uno che esiste già. Una volta definiti questi aspetti, bisogna trovare il concept, il titolo e realizzare una breve descrizione dell’evento in modo che si possa raccontare al meglio la sua unicità. Può anche capitare che il cliente arrivi da me già con un concept molto chiaro - e questo significa che ha già fatto un lavoro in tal senso - ma in generale arriva con un’idea di massima che andrà poi costruita.

Una volta fatto questo come si prosegue?

La prima cosa che faccio è identificare i colori che per me sono come una guida e sostanzialmente il punto di partenza. D’altronde, è la prima cosa che i partecipanti vedono e definirli è fondamentale. Il colore deve infatti convivere con gli altri strumenti del brand ossia il font, il logo dell’azienda e così via. Possiamo anche cambiare colore purché rientri nella palette prevista per il nostro brand. Tutto deve essere armonico e coordinato.

Perché i colori, ma anche i font e i simboli sono importanti?

Contano tantissimo perché l’immagine, come dicevamo, arriva prima delle parole: tutto quello che serve per creare una immagine portante dell’evento parte dai colori perché ognuno ha un suo significato e noi dobbiamo conoscerlo Per fare qualche esempio: il giallo trasmette positività, il verde è legato alla natura, il viola alla spiritualità e così via.

Lo stesso discorso si può fare anche per i vari font: se il brand che organizza l’evento ha come valore portante il 'romanticismo', allora molto probabilmente i font che meglio si adatteranno saranno le cosiddette scritte a mano. Se invece un brand punta sull’aspetto professionale, i font saranno i bastoni (conosciuti anche come Sans Serif, ndr) che sono più rigidi e seriosi. Se invece il brand vuole essere più tradizionale allora si sceglieranno font graziati, con i piedini. E questo vale anche per i simboli. Ovviamente, affidarsi a un bravo professionista vorrà dire far convivere anche più aspetti tra quelli appena elencati e creare un’identità visiva su misura del brand.

Quali sono le altre figure professionali che concorrono a creare l’identità visiva di un evento e a declinarla?

Io lavoro sempre in team e mi interfaccio con project ed event manager che coordinano tutto, con il social media manager che definirà il piano e calendario editoriale - che dovrò assecondare per la creazione dei vari contenuti social -, con il copywriter, con il web master che realizzerà il sito, i banner, le landing page ecc…. E ancora: con il responsabile di regia: se l’evento è su Zoom o su StreamYard: anche in quel caso servono le immagini. Infine con gli stampatori se sarà necessario avere del materiale fisico”. 

A quali aspetti bisogna prestare particolare attenzione quando si crea un'identità visiva?

Sicuramente alla coerenza che è fondamentale in tutta la comunicazione, ecco perché è importante lavorare in team. Se ho costruito un’immagine portante questa dovrà essere presente nella newsletter, sui social e così via. Sì, ci possono essere delle declinazioni, ma questo non vuol dire creare delle immagini diverse da quella portante. Se si procede in questo modo, si è sommersi dalle immagini e ci si perde. 


Altrettanto importante, è quando si crea l’identità visiva di un evento, usare una moodboard ossia un collage di immagini che esprimano le caratteristiche dell’evento: lì dentro c’è tutto quello che ci aiuta a recuperare lo stile, le idee, la palette colori. Insieme a questo altrettanto importanti sono le brand style guides ossia un foglio in cui c’è il logo dell’evento, i font, i codici colori e le eventuali declinazioni, se ci sono dei simboli, che partono dal logo e che possono essere inseriti in alcuni contesti.

Lavorare in questo modo fa sì che chiunque prenderà in mano l’evento avrà tutto chiaro e non ci sarà modo di sbagliare. Inoltre, serve anche per le edizioni successive: permette di riflettere sulle cose da lasciare per l’edizione successiva o su alcuni aspetti da sviluppare”.  

E quali errori invece bisogna evitare?

Sicuramente bisogna evitare di fare le cose a caso, ma appunto seguire il processo che ho illustrato prima ci aiuta ad evitarlo. Un altro aspetto importante riguarda le tempistiche che vanno considerate anche per la creazione della brand identity di un evento. Se si inizia a lavorare pochi mesi prima si rischi di dover correre molto all’inizio e invece ogni aspetto va affrontato con la relativa calma.

Un altro errore da evitare è il non lavorare in team quindi non confrontarsi. Trovo molto utile nonché necessario avere dei materiali condivisi da tutti in un unico posto. Nell’ultimo evento di cui ho curato la supervisione per la comunicazione, avevamo una timeline condivisa da tutti e su Drive avevamo realizzato delle cartelle per ogni team. 

Inoltre è importante fare delle riunioni con regolarità per capire a che punto si è. L’ideale sarebbe avere una persona che fa la supervisione di tutto che non coincide per forza con il project manager ma fa da ponte con tutti gli altri. In fondo, creare la brand identity di un evento è come coltivare un albero: prima bisogna mettere delle solide radici che non si vedono (ossia creare l’identità, la mission, la vision) e poi decidere che tipo di albero sarà con i suoi fiori, frutti ecc… e in questo è importante il lavoro di tutti.