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YouTube? Ancora il secondo social più popolare al mondo, ideale anche per gli eventi. Ecco perché

YouTube? Ancora il secondo social più popolare al mondo, ideale anche per gli eventi. Ecco perché

Ha 1,7 miliardi di utenti attivi in tutto il mondo, che in Italia diventano 43,20 milioni, ed è il secondo social media più popolare (dopo Facebook). Parliamo di YouTube che, a differenza di quel che si può credere, non è affatto insidiato da TikTok, ma continua a mantenere una sua fetta di pubblico consistente. E all’interno di questa c’è chi, oltre a seguire tutorial e video musicali, guarda cosa è successo durante un evento, ne visualizza le anteprime, gli highlight e, ovviamente, anche le dirette. 

Questo e altro rientra tra quelle 500 ore di video che vengono caricate ogni giorno, anche se per i meeting planner le opportunità di questo social sono spesso inesplorate: c’è chi si limita a pubblicare la registrazione di un evento o a dare il via a una diretta sapendo che, una volta conclusa, resterà lo stesso link per visualizzarla. 

Perché (ancora) YouTube per gli eventi?

I video su YouTube sono un potente strumento per amplificare il contenuto di un evento, farlo “viaggiare” ancor prima che inizi e in particolare dopo che tutto è finito. Un video si fruisce da desktop, ma anche da mobile - come fa la maggioranza degli iscritti a YouTube - mentre ci si sposta da un posto all’altro. Magari proprio per andare all’evento si può decidere per esempio di ascoltarlo senza guardarlo, perché si è impegnati a fare altro o, viceversa, se si è in mezzo a tanta gente e senza auricolari, di guardarlo senza ascoltarlo (da qui l’importanza fondamentale di pensare ai sottotitoli). 

E YouTube è anche il social re dell’intrattenimento, motivo per cui, come sappiamo, le persone sono sui social media. Ecco perché è fondamentale pensare a tipi di contenuti con scopi diversi che possano catturare l’attenzione e “trattenere”. Vediamone alcuni.

Le interviste

All’evento hanno riscosso particolare successo uno o più speech? Erano presenti degli speaker nuovi e con un approccio innovativi o dei “nomi” del settore a cui fai riferimento? Se la risposta a tutte le domande è sì, allora il contenuto ideale da diffondere su YouTube sono le interviste che ovviamente vanno progettate prima per tutti i motivi che si sanno: scegliere il posto con la luce giusta e non troppo rumoroso, avere uno sfondo che diffonda il nome dell’evento, l’attrezzatura adatta e così via.

Per concentrarsi sul contenuto dell’intervista, l’importante è cercare di chiarire subito, a microfoni e videocamera spenta, qual è l’obiettivo di questa chiacchierata e le domande che verranno fatte, cercando anche di dare dei tempi.

Se la persona intervistata impiegherà 3 minuti per ogni domanda il video sarà troppo lungo. Il massimo sarebbe cercare di fare un’intervista che duri 2 minuti tutto compreso (copertina, intro, domande e risposte, conclusioni). Secondo un’indagine pubblicata da Socialbakers, infatti, sono i video che hanno una durata tra i 16 secondi e i 120 a fare il 50% delle visualizzazioni su YouTube. Ecco perché l’ideale è porre domande brevi, dirette, efficaci e avere risposte che non girino intorno.

Questo aiuterà anche per realizzare i sottotitoli che devono esserci sempre (no a quelli automatici), ma non solo: YouTube da qualche tempo permette, nella descrizione del video, di inserire il minutaggio con una mini descrizione di quello che si potrà ascoltare, ossia suddividere in “capitoli” il video. 

È utile per capire a chi ascolta quali sono gli argomenti trattati e le domande poste e per permettere così una fruizione che si adatti a quello che più interessa gli utenti. E sì, vale anche per i video non molto lunghi come quelli di 2 minuti: ricordate che la gente è abituata ai reel di 15 secondi.

Altrettanto importante è dare un titolo all’intervista che non sia meramente didascalico, vale a dire no a “Evento x- intervista a Y”, cosa succede se Y non è così famoso o è l’evento a non esserlo? Piuttosto, come avviene nei giornali, l’ideale è puntare su un titolo - che su YouTube è di massimo 100 caratteri spazi inclusi - per far emergere un aspetto importante dell’intervista o anche più di uno. Non è facile e bisogna avere doti di sintesi, ma è importante.

Anche perché dovete ricordare che le persone usano YouTube come un vero e proprio motore di ricerca - che peraltro funziona come Google - pertanto inseriscono nella barra bianca determinate parole o frasi per arrivare a contenuti che interessano loro. Ecco perché conta anche ragionare per parole chiave. Vale per il titolo, vale per la descrizione che accompagna il video: qui avete 5000 battute a disposizione da usare per “far trovare il vostro video” ma anche per aiutare l’utente a capire cosa c’è nel video, o meglio a incuriosirlo. Non c’è bisogno di usare tutti i caratteri a disposizione, l’ideale è arrivare a 1500 caratteri ossia 200 parole circa.

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Le video-pillole

Brevità ed efficacia sono il mantra delle cosiddette video-pillole, contenuti ideali anche per il mondo degli eventi. Perché? Innanzitutto aiutano chi non conosce il vostro canale: se siete nuovi di YouTube, anche se il vostro evento è interessante, dovete pur sempre pensare che concorrete con tantissime altre aziende e agenzie che organizzano eventi che magari sono su questo social da tempo. Le video-pillole non rubano troppo tempo al pubblico, lasciano un buon ricordo tramite le informazioni fornite e la loro durata invoglia alla visione. 

Come usare una video-pillola per un evento? In tantissimi modi, per esempio per dire quali sono i punti di forza dell’evento e perché non bisogna perderlo, magari mixando sia contenuti degli organizzatori che qualche battuta degli speaker o di chi ha partecipato alle scorse edizioni. Oppure potreste dare dei video-consigli per godersi l’evento al meglio e non perdere alcuni dettagli. Quel che conta per la buona riuscita di una video-pillola è che si spieghi un unico concetto o un’idea e sia breve, rientrando possibilmente nei tempi che dicevamo prima. Ovviamente sempre con i sottotitoli.

Anche in questo caso, da curare è sicuramente la descrizione del video, in base all’obiettivo che vi proponete. Lo avete realizzato per far sapere determinate cose sull’evento? Nel comunicare il vostro messaggio indicate chiaramente cosa il pubblico troverà all’interno e perché dovrebbe guardarlo prima di partecipare, per esempio. 

Gli highlight

Altro contenuto importantfe sono gli highlight, sempre più usati anche nel mondo televisivo. Di cosa si tratta? Della sintesi di momenti di maggiore interesse riguardo all’evento che è un modo per raccontarlo una volta che tutto è finito, attraendo ancora una volta chi ha partecipato. 

Perché? Perché le persone si “cercheranno” all’interno degli highlight se sanno che sono state fatte riprese mentre ponevano domande o facevano determinate attività, così come gradiranno che ci sia uno spezzone di quello speech che li aveva incuriositi o qualche altro momento saliente. 

Se l’evento è stato dal vivo - cosa che ormai è sempre più tra i desiderata - far rivedere delle tappe significative selezionate ad hoc è un modo per restare impressi nella mente dei partecipanti. Ovviamente, video simili funzionano se non durano troppo e se vengono fruiti subito, al massimo 2 giorni dopo l’evento quando le sensazioni sono ancora “calde”. 

Sono video che si possono concludere anche con dei numeri finali sull’evento, con un ringraziamento particolare, una frase che ha colpito o un’anticipazione sul prossimo evento. Se per esempio volete proporre uno sconto, scrivetelo anche nella descrizione in modo che le persone guardino fino alla fine.

Leggi anche: Eventi nel Metaverso: illusione o realtà? Ecco cosa sapere

I video-interventi

Come avrete capito, per sfruttare al meglio Youtube non dovrete puntare solo sulla diretta di un evento, ma proporre un prodotto che sia progettato per essere fruito al massimo anche quando tutto è finito. Come possono essere gli interventi degli speaker, le tavole rotonde, i workshop e così via. 

Si tratterà ovviamente di video più lunghi che potrebbero anche durare un’ora o più, ma in questo caso poco importa: se farete la suddivisione in capitoli evidenziando il momento saliente di ogni evento le persone potranno fruirli come meglio ritengono.

Quel che conta è la post produzione: ossia rielaborare questo video togliendo i momenti “morti”, realizzando una copertina che faccia capire di cosa si tratti, se necessario anche con una intro e un outro (ossia la parte finale).

Anche gli stessi video dei TedX che, come sappiamo, durano 15 minuti e sono degli speech molto “ispiranti”, vengono elaborati, riadattati e poi messi sul canale. A volte prima che siano presenti su YouTube può passare anche un mese.

Non abbiate fretta: l’importante è che preannunciate ai partecipanti a partire da quando questi video saranno disponibili, lo ricordiate in una newsletter e creiate su altri social come Facebook, Instagram, Twitter e LinkedIn dei post che “ricordino” la loro esistenza. Magari mettendo in evidenza un determinato aspetto.

Chi partecipa agli eventi, dopo che è passato un po’ di tempo, tende a dimenticare che esistono questi preziosi contenuti, ecco perché è fondamentale mandare degli alert

Pubblicare i video-interventi su YouTube con tanto di titolo ad hoc, descrizione con parole chiave ed esplicativa, minutaggio di riferimento alle varie sezioni e tag appropriati aiuta a farli trovare a chi è interessato a certi argomenti, ma non ha partecipato all’evento e non vi conosce ancora.

Perché, come si sa, una volta finito l’evento è il momento di pensare alla prossima edizione