
Aggiornamento 21-10-2020: il Ministero degli Interni ha diffuso alcune indicazioni applicative che riguardano le nuove misure introdotte dal Dpcm del 18 ottobre, che riceviamo e pubblichiamo. Per quanto riguarda i convegni e i congressi la comunicazione riporta che: "Si precisa che la differenziazione tra riunioni private e attività convegnistiche e congressuali, il cui svolgimento in presenza è sospeso, è da ascrivere ad alcuni elementi estrinseci, quali il possibile carattere ufficiale dei congressi e dei convegni, l'eventuale loro apertura alla stampa e al pubblico, il fatto stesso che possano tenersi in locali pubblici e aperti al pubblico. Elementi questi assenti, in tutto o in parte, nelle riunioni private come ad esempio nelle assemblee societarie, nelle assemblee di condominio, ecc." Qui il link alle indicazioni applicative (la parte riguardante i congressi a pagina 5).
All'indomani del Dpcm del 18 ottobre che ha di nuovo bloccato convegni e congressi, non si sono fatte attendere le reazioni delle diverse realtà della meeting industry. Un settore che in queste ore da un lato subisce tutte le conseguenze di questo stop ritenuto all’unanimità ingiustificato e dall’altro si interroga su questioni anche molto pratiche.
C’è infatti tutta l’incredulità per la chiusura di un comparto che, al contrario da diversi altri, ha adottato sin dalla prima ora tutte le misure anti-contagio necessarie a garantire la massima sicurezza con protocolli stretti e ha investito pesantemente in termini di igiene e sanificazione, ma non solo.
Un concetto ribadito anche da alcune importanti associazioni che hanno firmato un appello congiunto (a questo link) per denunciare i danni delle misure restrittive applicate nell'ultimo Dpcm agli eventi e ai convegni.
Tra le questioni più urgenti resta soprattutto quella legata ai forti dubbi interpretativi suscitati dal Dpcm stesso o meglio da quel famigerato punto n-bis che, lo ricordiamo, riporta che “sono sospese tutte le attività convegnistiche o congressuali”. I meeting aziendali sono consentiti? Un corso di formazione come viene considerato? Di quali indicazioni sul numero dei partecipanti si deve tenere conto? Le questioni da chiarire sono tante e proprio sulle definizioni e tipologie di eventi eventualmente comprese o escluse dal Dpcm si attendono al più presto risposte e chiarimenti dal Governo.
Qui abbiamo raccolto in questo articolo alcuni commenti.
Firenze Convention Bureau: "È una doccia fredda. Servono soluzioni immediate”
Lo stop a congressi e convegni disposto dal nuovo Dpcm "è una doccia fredda perché è assolutamente inaspettato”. È con queste parole che Carlotta Ferrari, direttrice del Firenze Convention Bureau, esprime la delusione di un intero comparto dell'economia metropolitana. "È indispensabile - sostiene - che il governo si sieda con i rappresentanti di questa industria, che da tempo mandano appelli accorati, e che vengano trovate nel frattempo soluzioni immediate per la tutela dei lavoratori, perché al termine della Cassa integrazione non sappiamo veramente come fare, e a sostegno delle imprese".
Infatti, afferma Ferrari, con il Dpcm "vengono sospesi congressi e convegni che sono l'unico settore dove vi è un'applicazione strettissima dei protocolli di sicurezza", mentre "sono stati tenuti aperti ristoranti, pub, palestre, addirittura le sale bingo, e vengono ammesse le fiere che comunque implicano una maggiore circolazione delle persone, con minore controllo del distanziamento. Vengono confermate, giustamente, tutte le attività legate agli spettacoli, con delle misure di distanziamento e una capienza massima parametrata in base agli spazi: quindi non capiamo quale sia la differenza tra gli spettacoli e un congresso". Non solo: "Non è chiara la tipologia di eventi che viene ricompresa nella definizione più ampia di convegni e congressi, quindi noi non sappiamo neppure quali pochi eventi sono ammessi", lamenta la direttrice del Bureau.
Oltretutto, sottolinea Ferrari, “da parte del governo non vengono previsti ristori adeguati per le tante imprese di questo settore penalizzate da questi decreti: tutte le aziende del congressuale non lavorano dal 3 marzo scorso, e non lavoreranno chissà fino a quando. Non ci possono aprire e chiudere come un bar, la nostra è un'attività fatta anche di programmazione".
Convention Bureau Italia: “Rischia di mettere a repentaglio 650.000 posti di lavoro”
Convention Bureau Italia ha colto l’occasione per esprimere il proprio senso di profonda amarezza, riguardo alla sospensione delle attività convegnistiche e congressuale, dopo aver annunciato che Italy at Hand-Matera, inizialmente previsto per dicembre 2020, sarà riprogrammato nel 2021: “È un provvedimento ottuso e miope che non trova il supporto di evidenze o dati che dimostrino che gli eventi che stavano pian piano tornando a essere organizzati in sicurezza, abbiano generato focolai di contagio”.
“Rispettare tutte le norme in termini di sicurezza previste da un evento in epoca di Covid vuol dire compiere dei grandissimi sforzi organizzativi ed economici, sforzi che sono stati vanificati con una decisione assolutamente non ponderata e negligente che rischia, inoltre, di mettere a repentaglio in un colpo solo 650.000 posti di lavoro”.
“C’è il bisogno immediato di incalzare le istituzioni per far comprendere loro questo messaggio in maniera efficace, dobbiamo sensibilizzare il governo sulla portata e sul tipo di attività che impegnano la meeting industry rispetto a quella di altri settori. Abbiamo bisogno di una regolamentazione coerente e consapevole che permetta a un’industria, già gravemente danneggiata dalla pandemia, di sopravvivere e di ripartire”.
Giovanna Manzi: “Si frena un mercato che aveva investito nella sicurezza”
Per Giovanna Manzi, CEO BWMH Hotel Group, con il nuovo Dpcm “si frena un mercato che in tutti questi mesi si è profondamente ripensato. Gli operatori italiani, in tutta la filiera, si sono attivati e hanno investito per la sicurezza dei propri clienti. Non siamo i soli ad aver implementato con cura tutti i protocolli di sanificazione e distanziamento previsti dalle linee guida OMS, a compiere costanti controlli perché i servizi siano erogati in sicurezza".
“Con questa restrizione, così radicale, si colpisce un settore che crea un indotto ampio, composito e produttivo e si è incuranti degli sforzi compiuti dagli operatori. Siamo fiduciosi in un prossimo e sensato ripensamento”, ha concluso Giovanna Manzi.
Confindustria Alberghi: “È necessario un ripensamento”
Anche Confindustria Alberghi, all’indomani dell’ultimo Decreto, ha dichiarato: “Siamo sorpresi e preoccupati dal blocco totale di meeting e convegni – dichiara Maria Carmela Colaiacovo, Vice Presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi - Francamente uno stop assoluto, a prescindere dal numero dei partecipanti e dal rispetto dei protocolli, non appare giustificato dal tipo di attività. Non stiamo parlando di feste o di movida, ma di eventi organizzati e controllati, partecipati esclusivamente da individui adulti impegnati in attività di lavoro”.
"L’utilizzo di spazi esterni agli uffici ha reso possibili attività di lavoro in sicurezza che altrimenti sarebbero state impossibili. Gli alberghi ed altre strutture mettono a disposizione ampie aree che possono permettere di lavorare nel pieno rispetto sia formale che stanziale di tutte le misure di prevenzione del contagio.La modalità “phygital” poi, ha consentito di realizzare importanti attività di lavoro e confronto integrate tra partecipanti in presenza e collegati. Mai come in questi mesi è apparso chiaro quanto lo scambio ed il confronto siano fondamentali per condividere e accelerare processi decisionali nelle imprese" si legge nella nota di Confindustria Alberghi.