
Il perdurare dello stato di emergenza e il generale peggioramento della situazione sanitaria che per ora rischia soprattutto di compromettere la possibilità di contare sugli arrivi internazionali crea nuove difficoltà per il comparto delle fiere, ma anche per quello deli congressi e degli eventi.
La situazione è ovviamente diversa rispetto al passato e cioè rispetto a quando gli eventi non erano consentiti. Congressi ed eventi aziendali continuano a essere organizzati in zona bianca, gialla e arancione, secondo i protocolli vigenti e con l'obbligo di Green pass rafforzato, come accade per diverse altre attività secondo le più recenti misure anti-Covid e in un contesto in cui, con la maggior parte dei lavoratori già vaccinati, ciò non costituisce un impedimento concreto allo svolgimento degli eventi.
Tuttavia, il susseguirsi di varianti del virus e soprattutto le relative restrizioni internazionali, come l'obbligo di sottoporsi al tampone in ingresso anche per chi è in possesso di Green pass, impediscono la certezza di programmazione e svolgimento di congressi ed eventi. È questa la denuncia dell’aggregazione delle associazioni del settore #Italialive, che chiede con estrema urgenza la convocazione di un tavolo governativo al quale sottoporre la richiesta improrogabile di misure di sostegno per le imprese della meeting industry.
Riduzione contributiva, prolungamento della cassa Covid e contributi a fondo perduto sono alcune delle misure giudicate imprescindibili per non causare il fallimento di migliaia di imprese e il licenziamento di migliaia di lavoratori del settore che ha un indotto diretto sul Pil di oltre 36 miliardi di euro e che occupa 570mila addetti.
“Dopo una parvenza di ripresa nei mesi estivi e autunnali il settore si è nuovamente fermato, e sino a data da destinarsi”, commenta Salvatore Sagone, presidente del Club degli eventi e della Live Communication e portavoce nei rapporti con i media di #Italialive. “Da metà novembre congressi ed eventi sono stati cancellati o rinviati, anche di un anno, gettando in fumo il lavoro di mesi e non dando certezze per la riprogrammazione futura. Lo stato di crisi del nostro comparto significa mettere in ginocchio agenzie di eventi, congressi e comunicazione; aziende di banqueting e catering; fornitori di tecnologia audio-video; società di trasporti; società di allestimento; interpreti; fioristi; artisti e le tante altre maestranze coinvolte nella realizzazione di congressi ed eventi. Per non parlare, poi, di location, centri congressi e alberghi”.
“Lo scorso anno il Governo ci ha supportati con ristori e sostegni che hanno permesso alla maggior parte delle nostre imprese di sopravvivere, ma non basta” afferma Alessandra Albarelli, presidente di Federcongressi&eventi e portavoce dei rapporti istituzionali e politici di #Italialive. “Il nostro è senza dubbio il settore più colpito dalla pandemia. Siamo stati i primi a chiudere e gli ultimi a ripartire ma la nostra è sempre una falsa ripartenza, sempre condizionata dall’andamento dei contagi, anche a livello internazionale. Da un giorno all’altro sono cancellati congressi ed eventi che hanno richiesto mesi di impegno e ingenti risorse umane per la loro progettazione! Siamo imprese e professionisti che lavorano e lavoreranno non solo quest’anno ma anche il prossimo nella più totale incertezza. Per questo è necessario che il sostegno del Governo continui in maniera strutturata e costante almeno sino al 2023”.