
I congressi in Italia fanno boom: così recitava lo strillo di copertina dell’ultimo numero del 1988 di Meeting e Congressi. Lo vedete qui sopra, insieme ad altre icone di un decennio che si fa ricordare nella storia della meeting industry proprio per avere dato definitivamente un’identità a un comparto sempre più consapevole di sé.
Ma dovete sapere che gli album del Festivalbar, il cubo di Rubik e i primi numeri del Dylan Dog non erano gli unici must-have degli Anni 80…
Dopo appena qualche anno dal suo primo numero del 1973, Meeting e Congressi decide infatti di ingaggiare la propria readership rendendola la vera protagonista di una nuova e importante iniziativa.
Nel 1986 vengono istituiti così “Le Stelle d’Oro”, premi in cui c'era solo e soltanto la giuria dei lettori di Meeting e Congressi a decidere quali fossero i migliori centri congressi e alberghi congressuali in Italia e all’estero.
Il meccanismo è quello classico, ancora attualissimo, del “do ut des”, con cui Meeting e Congressi costruisce e fa crescere quella che oggi definiremmo la prima community della meeting industry. Tutti i lettori della rivista che partecipano alla votazione ricevono infatti in cambio un omaggio: dagli abbonamenti a gadget "imperdibili", tra cui anche una penna stilografica (chissà se qualcuno ne conserva ancora una?!).
Certo, non erano ancora i tempi degli “istant-win” e non bastava riempire un form con i propri dati… bensì, si doveva ritagliare il tagliando presente su ogni copia, compilarlo “in ogni sua parte” e inviarlo per posta. Tutto questo meritava bene una ricompensa, non pensate?
L’obiettivo vero - al di là di premi e gadget - era comunque molto serio: fare cultura sul mondo congressuale.
E così che, per esempio, tra le varie iniziative, sulle pagine di Meeting e Congressi arriva anche la cronaca dei grandi eventi internazionali: case history, racconti, interviste che approfondiscono dinamiche e strategie di quello che avveniva all’estero, tutto raccolto in una nuova e da subito seguitissima rubrica. Un’occasione che la redazione di allora coglie per esplicitare il suo “why”.
Ecco infatti come viene presentata la nuova rubrica:
“Può sembrare forse inutile per l’organizzatore di congressi che vuol trovare in questa rivista un mezzo di lavoro che coadiuvi la propria attività, ma se si considera la cosa non nel breve, bensì nel medio e lungo termine, si può facilmente capire che occuparsi di turismo congressuale deve implicare anche una conoscenza (…) più estesa a livello mondiale ai fini di una migliore formazione e qualificazione”.
Buonissima l’intenzione e la prospettiva, con uno stile che ci dice molto dell’epoca e sì, dal gusto decisamente “d’antan”.
Sei curioso di saperne di più sulla storia dell'event industry tra presente, passato e futuro? L'attesa è quasi finita: a giugno 2023 uscirà il numero celebrativo dei 50 anni di Meeting e Congressi con tutto questo e molto altro!